Union Square, niente di più "alternativo" alla caccia ai demoni.

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Jay‚
view post Posted on 9/8/2012, 17:55 by: Jay‚
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:LydiaMartin:
Il suono della sveglia arrivò come ogni mattina per svegliarla: penetrante e intenso che non dava cenno di voler smettere, odiava quel rumore e, non solo perché avevo il duro compito di catapultarla di nuovo nella realtà. La lasciò suonare per circa dieci minuti senza nemmeno degnarsi di guardare che ore fossero, non le interessava perché tanto quella mattina non avrebbe avuto nessuna lezione all'università, quindi poteva permettersi di rimanere qualche minuto in più sotto le coperte calde e morbide. Si rigirò più volte nel letto, affondando la testa nel cuscino rischiando di soffocare, mugolò qualcosa in risposta a quell'aggeggio infernale che continuava a suonare ancora e ancora. Quando la sua pazienza arrivò al limite si decise a far scorrere timidamente un braccio fuori dalle coperte, e dei brividi leggeri la invasero, partendo dalla dita delle mani e arrivando fino alle dita dei piedi; iniziò piano piano a riprendere il controllo del suo corpo e quando si ricordò di possedere dei piedi iniziò a muoverli sotto le lenzuola, anche se non era ancora del tutto sveglia sapeva bene che i suoi piedi ricoprivano una parte importante della sua vita. Poggiò la mano sulla superficie ghiacciata e liscia della piccola sveglia blu che alloggiava sul suo comodino, l'aveva comprata al centro commerciale un giorno durante le vacanze di natale, era in saldi e si disse che una sveglia nuova le avrebbe fatto comodo. Bastò una leggera pressione sul bottoncino nero e finalmente quel rumore assordante cessò. Alzò la testa e iniziò a guardarsi intorno, poi scivolò fuori dal suo letto. Si stiracchiò per bene e si sgranchì le gambe e le braccia, poi con gli occhi socchiusi andò a tentoni nel buio della camera per raggiungere il bagno. Si lavò e si preparò prima di tornare in camera. Ci pensò un po', poi si avvicinò alla finestra che dava sulla strada del suo quartiere e aprì le tende in modo da fare entrare un po' della luce del sole. Lanciò un'occhiata furtiva alla casa di Derek che si trovava poco distante dalla sua e notò che le finestre erano ancora tutta sbarrate, questo voleva dire che stava ancora dormendo oppure che era già all'università. Ma tanto a lei non importava, non erano fatti suoi. Non le capitava spesso di avere del tempo per annoiarsi e non le piaceva molto, quindi si mise a pensare a qualcosa da fare per distrarsi. Per prima cosa raggiunse il suo armadio e prese i primi indumenti che le capitarono sotto tiro. Una volta finito di vestirsi si recò in cucina e senza pensarci troppo prese le chiavi dell'auto e si catapultò fuori casa. Raggiunse la sua macchina ed entrò. Non aveva idea di dove sarebbe andata; era un bel po' di tempo che non andava ad Union Square e, quella le sembrò l'occasione perfetta. Era incredibile come le strade di San Francisco fossero così affollate anche di prima mattina, ma ormai non si stupiva più molto.
Union Square era sempre magica e perfetta, a tutte le ore del giorno. Si ritrovò a camminare per quelle strade, passando davanti a quella sfilza di vetrine dove turisti e non solo, si fermavano per decidere cosa acquistare. Lydia non aveva intenzione di spendere soldi quel giorno, infondo per lei non erano un passatempo, le servivano per vivere e aveva scelto di rinunciare a fare tutto quello che facevano le sue coetanee nel momento stesso in cui aveva scelto di voler essere una ragazza responsabile, era quello che voleva fare e per farlo non aveva bisogno di comprarsi abiti all'ultima moda o chissà cosa, ne possedeva molti ed era arrivato il momento di mettere la testa a posto. Passò davanti ad un negozio di dischi che attirò particolarmente la sua attenzione, ero piccolo e accogliente. Salutò con un piccolo sorriso il commesso che sostava dietro la cassa vicino all'entrata del negozio, e raggiunse uno scaffale di dischi di musica classica. Conosceva bene quel genere di musica, sua madre ne era appassionata un tempo, quando tutto nella sua vita era "normale" o comunque apparentemente "normale". La sua attenzione fu catturata da un disco di Debussy, estrasse il disco e lo infilò nel lettore, poi prese le cuffie nere e se le poggiò sulla testa, prima di premere "play".
 
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